Nato come unico figlio maschio in una famiglia di 7 fratelli, Gualtier Luigi Moris ha ereditato l'amata Tenuta Poggetti della sua famiglia nella Maremma toscana prima della seconda guerra mondiale. Era un precursore ed un eterno ottimista e i segni che ha lasciato nella tenuta si vedono ancora oggi. Dopo aver piantato gli oltre 3.600 cipressi che costeggiano le strade della sua proprietà, dai semi di una pianta madre, ha lasciato ai suoi figli e nipoti l'iconico incrocio che abbellisce il paesaggio quando si guarda dalla grande terrazza sovrastante. Il suo senso dell'estro lo spinse anche a piantare un gruppo di cipressi, seguendo calcoli e disegni geometrici, in cima alla collina più alta della Tenuta Poggetti, il Poggio dell'Avvoltore. Ora è la collina più identificabile della zona e un punto di riferimento per tutti coloro che passano. Il suo profilo del Poggio dell’Avvoltore è anche usato come secondo logo dalla Morisfarms.
Il desiderio di Gualtier Luigi per i suoi figli e nipoti era quello di mantenere la Tenuta Poggetti come se fosse un giardino. Oggi l'enorme compito di tenere in ordine questi 420 ettari ricade sulle spalle dei cugini Giulio Parentini e Ranieri Moris e così facendo è un omaggio all'amore per la terra del nonno.
Quando Gualtier Luigi morì nel 2001, una grande pietra, trovata durante lo scasso di un impianto per un nuovo vigneto, fu innalzata in suo ricordo con una targa che recita una frase che lui ripeteva spesso: "Chi nella vita ha piantato almeno un albero non è vissuto invano". Vicino alla pietra i figli hanno piantato un unico cipresso in ricordo dell’amato padre, hanno scelto un punto panoramico sul Poggio dell’Avvoltore, rivolto verso il Golfo di Follonica, vicino a “La Querce Gobba” così chiamata per la sua forma, dove erano soliti passare le domeniche da piccoli per dei picnic in famiglia.
La pietra e la targa sono visitabili da chiunque voglia passeggiare lungo le strade private della Tenuta Poggetti, all’ombra dei cipressi piantati nel 1937 dal suo fondatore.
In un'epoca in cui la Maremma era ancora l'entroterra sconosciuta della costa toscana, Francesco Moris fu il primo della famiglia Moris a comprendere l'importanza di creare un mercato e l'opportunità di crescita effettuando la vendita diretta al cliente finale. La sua intuizione e determinazione lo hanno spinto ad aprire il primo punto vendita in un magazzino della famiglia nel centro storico di Massa Marittima. Nel 1976 Francesco ha completato il restauro della Vecchia Cantina Moris, offrendo ai cittadini di Massa Marittima un posto dove poter prendere e tornare a casa con dell’ottimo vino sfuso. Fornire un tale servizio insieme a un prodotto di qualità ha portato grande orgoglio e fiducia nel mercato locale e ha gettato le basi per la crescita dell'azienda di famiglia negli anni a venire. Ancora oggi la Vecchia Cantina Moris resta l'enoteca di punta della famiglia, dove bottiglie e vino sfuso sostengono il mercato locale e dove i turisti rimangono incantati dai suoi archi medievali e dalle suggestive grotte che si possono visitare, dove un tempo sono stati affinati i migliori vini che l’azienda Morisfarms ha prodotto.
Insieme alla moglie Gloria Pisaneschi, Francesco si è dedicato a tutta la parte dell'ospitalità dell'azienda di famiglia. Partendo da due modesti casali nella Tenuta Poggetti, il duo marito e moglie ha ristrutturato queste tipiche strutture maremmane per ospitare comodamente i visitatori che cercano di fuggire verso la costa selvaggia della Toscana. Utilizzando la loro comune passione per l'arte e l'e cose belle, hanno intrapreso un importante restauro del più grande podere della tenuta di Famiglia, chiamato Santa Laura. I lavori sono stati completati nel 2007. Oggi, Santa Laura è un elegante e riservato casale con 10 appartamenti completamente arredati con vista sugli oliveti e vigneti che lo circondano.
Quando Adolfo Parentini si sposò con Caterina Moris nel1977, vide nella terra della sua nuova famiglia condizioni di crescita ideali per la coltivazione della vigna. Infatti l’ esposizione al sole e il microclima, sono il potenziale ideale per creare vini di alta qualità. Ma investire in nuovi vigneti, abbracciare tecniche sconosciute e spostare l'attenzione della famiglia dall'agricoltura cerealicola e viticola (ma più di quantità), alla viticoltura di qualità, ha richiesto un importante cambiamento di mentalità sia per la famiglia che per i dipendenti. Una lettera scritta dal signor Moris si lamentava di quanta uva avrebbero buttato via a causa dell'insistenza del genero sulla "potatura verde".
A quel tempo un raccolto abbondante era visto come una benedizione di Dio e lo spreco di una parte del raccolto era blasfemo. Adolfo ora è felice e orgoglioso quando racconta che nel giro di 4 o 5 anni la mentalità dei suoi lavoratori cambiò fino ad arrivare al punto in cui gli operai stessi gli facevano notare che la vite in alcune annate aveva prodotto troppa uva e richiedeva un secondo passaggio di vendemmia verde.
La fiducia e la determinazione di Adolfo Parentini, insieme a pochi altri produttori, nel creare vini di eccellenza in Maremma hanno contribuito a generare un movimento, tra molti altri produttori della zona, per concentrarsi sulla vinificazione di qualità, sostenuta dal loro terroir unico. La continua crescita della qualità spinse numerosi produttori di altre zone viticole a investire nell'area della Maremma, contribuendo ancora di più a promuovere e valorizzare i vini di questo territorio. Il suo impegno e il suo sforzo per promuovere la denominazione Morellino di Scansano, DOC nata nel 1978, ha fatto si che detta denominazione venisse acclamata anche a livello internazionale, e il Morellino di Scansano di Morisfarms, fin dalla prima bottiglia nel 1981, è stato ampiamente considerato come uno degli alfieri di questa denominazione.
Nel 1988 Adolfo Parentini ha ideato il vino di punta della famiglia, un IGT di nome Avvoltore (preso dal termine dialettale locale per il falco della Maremma), che ora è celebrato come uno dei migliori Super Tuscan in tutto il mondo. Con la seconda annata di Avvoltore nel 1990, la firma di Gualtier Luigi Moris, suocero di Adolfo Parentini, è stata aggiunta all'etichetta per mostrare pubblicamente il suo sigillo di approvazione per tutti gli sforzi che Adolfo Parentini ha compiuto per conto della famiglia Moris. I vini di Morisfarms sono stati lodati per avere lo stesso carattere del loro produttore; La franchezza e la sincerità di Parentini sono racchiuse in ogni bottiglia.
Oggi la Morisfarms è gestita da due dei cugini Moris: Ranieri Moris e Giulio Parentini. Insieme, mantengono con passione l'orgogliosa eredità di Adolfo Parentini di produrre vini di alta qualità che rispecchiano autenticamente il terroir in cui sono coltivati e le tradizioni in cui sono prodotti.
Giulio Parentini, sin da bambino, presentava i vini della sua famiglia ai clienti e aiutava i commessi a riempire le dame di vino della Vecchia Cantina Moris. Il suo carattere socievole e le sue capacità tecnologiche gli sono state utili quando ha iniziato a lavorare a tempo pieno per la Morisfarms in veste ufficiale nel 2001. Da quel momento, ha lavorato a stretto contatto con suo padre, Adolfo, sviluppando la sua capacità di gestire la sua squadra, pianificare nuovi impianti di vigneti e progetti di cantine, e costruire rapporti con i buyer internazionali della famiglia.
I suoi lunghi viaggi di promozione internazionale lo hanno portato ad essere apprezzato dai clienti di tutto il mondo per come racconta con passione l'eredità vinicola della sua famiglia nella Maremma toscana, la dedizione e la cura dentro ogni bottiglia di vino della Morisfarms e l'autenticità dell'esperienza di una famiglia produttrice di vino nel mantenere alte aspettative di qualità nel mercato locale e nel mondo.
Ranieri Moris ha iniziato ad affiancare suo zio Adolfo nella gestione dell’azienda vitivinicola di famiglia nel 2008. Ha preso a cuore i saggi consigli di Adolfo e le lezioni apprese per la gestione di tutti gli aspetti dell'azienda, dalla gestione responsabile del territorio alla produzione e promozione del vino. Ha portato con sé una passione condivisa per la campagna maremmana e le tecniche agricole tradizionali e senza mancare un occhio attento all'innovazione.
Ha inoltre contribuito allo sviluppo del settore vitivinicolo ricoprendo ruoli di vertice in Confagricoltura e nel Consorzio del Morellino di Scansano, sempre attento alla promozione della DOCG così cara alla famiglia Moris e non dimentica mai la promozione del territorio dove si trovano le cantine della sua famiglia.
Insieme, i cugini, senza dimenticare la tradizione, hanno lasciato il segno rafforzando l’offerta dei vini della famiglia Moris, con vini bianchi, rosati e rossi, concentrandosi sui monovitigni autoctoni della costa Toscana. Mandriolo, Rosamundi e AMOR sono alcuni esempi della dedizione di Giulio e Ranieri all'amore del nonno per la sua amata terra.
Altri progetti sono in programma, ma di questo ne parleremo un’altra volta…